A due anni dall’uscita di quel Modern Warfare 2 che divise la critica e il pubblico a causa della brutalità di una delle missioni proposte all’interno della modalità Campagna, Infinity Ward non sposta minimamente il tiro e, sfruttando la crudeltà della guerra come giustificazione, propone di nuovo un prodotto caratterizzato da alcune sequenze particolarmente crude e, soprattutto, gratuite.
In un contesto come quello della serie di CoD, dove la guerra viene sempre e comunque spettacolarizzata (lo dimostrano le splendide sequenze scriptate presenti nelle varie missioni, che potrebbero tranquillamente competere con quelle dei più importanti film di Hollywood) elementi tanto forti e realistici appaiono più ipocriti che altro. Al di là di questo, tuttavia, com’è Modern Warfare 3? Continuate a leggere per scoprire la nostra opinione.
Bentornati a casa
Se siete appassionati di Modern Warfare, quando inserirete nella console il disco di questo nuovo episodio vi sentirete immediatamente a casa, trovandovi di fronte ai menu a cui la serie vi ha avituati nel corso degli anni e alla divisione fra le tre modalità principali già apprezzata in passato.La prima cosa che salta all’occhio, infatti, è l’ordinata divisione fra le modalità co-op, la campagna single player e il multiplayer competitivo, che permette di scegliere con estrema chiarezza ciò di cui si ha bisogno una volta avviato il gioco. La sensazione di deja-vu, tuttavia, non si esaurisce ai menu, visto che pur introducendo qualche piccola novità, Infinity Ward non ha esitato a riproporre un’esperienza in gran parte identica a quella che abbiamo giocato assiduamente negli ultimi anni.
La Campagna inizia esattamente dove si era conclusa quella di Modern Warfare 2, mettendo il giocatore nei panni di vari personaggi impegnati in una serie di operazioni studiate per scongiurare la Terza Guerra Mondiale. Rispetto al capitolo precedente i ritmi sono ancor più serrati e, soprattutto, grazie alla presenza di una miglior componente narrativa gli eventi possono essere seguiti con maggior semplicità, a tutto vantaggio della fruibilità della trama.
A scuola di cinema
Il primo Modern Warfare ebbe il merito di cambiare completamente il modo di raccontare gli eventi all’interno delle campagne degli FPS. Anni fa, infatti, Infinity Ward riuscì a creare un gioco capace di racchiudere all’interno di un disco tutta la spettacolarità visiva e narrativa dei film d’azione ad alto budget, permettendo ai giocatori di vestire i panni di eroi abilissimi ma altrettanto credibili.Con Modern Warfare 3 le cose non sono certo cambiate. Ancora una volta ci troviamo di fronte a un prodotto che ogni concorrente sul mercato dovrà prendere come esempio e punto di riferimento per il futuro, almeno per quanto riguarda l’eccezionale gestione degli script e l’ottima qualità di alcune scelte narrative.
Giocando alla Campagna di questo nuovo Call of Duty, infatti, ci si trova costantemente di fronte a sequenze cariche di tensione, dove anche la più favorevole delle situazioni può essere bruscamente capovolta da un evento inatteso e, generalmente, caratterizzato da livelli di spettacolarità particolarmente elevati. Peccato, però, che tutto questo si esaurisca dopo appena 6 ore di gioco, in linea con gli standard del single player delle produzioni attuali.
In guerra con gli amici
Fra gli elementi più riusciti di Modern Warfare 2 spiccavano senza ombra di dubbio le splendide Operazioni Speciali, vere e proprie missioni alternative studiate per essere affrontate in compagnia di un amico. In Modern Warfare 3 questi piccoli gioielli tornano più in forma che mai, garantendo sensazioni altrettanto dirompenti.Per completare a livello veterano le 16 missioni presenti nel gioco, infatti, sono necessarie diverse ore in compagnia di un amico, con sessioni in cui la capacità di agire coordinati e di coprirsi le spalle a vicenda segnano il netto confine tra il successo e il fallimento. La cosa più bella è che alcune missioni permettono di rivivere alcuni dei momenti più cinematografici della Campagna (parliamo dell’attacco all’aereo presidenziale russo) a parti invertite, vestendo per alcuni minuti i panni dei “cattivi”.
Tutto questo è accompagnato dalla nuova modalità Sopravvivenza, che in sostanza non è altro che l’ormai immancabile Orda già apparsa in tanti altri sparatutto. In questa modalità, in pratica, è necessario affrontare e sconfiggere (da soli o in compagnia di un amico) orde sempre più agguerrite di nemici, assicurandosi di acquistare armi, potenziamenti e munizioni di vario genere fra un round e l’altro, investendo i soldi accumulati con le varie uccisioni. Si tratta di una modalità piacevole e interessante, che pur non portando particolari novità all’interno della formula moderna degli FPS garantisce tante ore di divertimento e una sfida adeguatamente impegnativa, soprattutto se si cercano di occupare le posizioni più alte delle classifiche mondiali.
L’inconfondibile Multiplayer
Se c’è una cosa che in questi anni ha decretato il successo della saga di Call of Duty, quella è stata la frenetica modalità Multiplayer. Fin dai tempi del primo Modern Warfare, infatti, milioni di giocatori hanno premiato le scelte fatte da Infinity Ward, Treyarch, Sledgehammer e Activision, decretando il successo di una formula che, ormai, dimostra di non aver più alcuna intenzione di evolversi.Scendendo in campo con il Multiplayer competitivo di Modern Warfare 3, infatti, ci si rende conto di quanto, nonostante le piccole modifiche apportate dai programmatori, il feeling generale con il gioco sia rimasto esattamente lo stesso, al punto tale che si potrebbe perfino pensare di trovarsi di fronte a una semplice espansione, piuttosto che a un gioco completamente nuovo.
Le modifiche più evidenti (che però non vanno certo a stravolgere il gameplay generale) riguardano la gestione delle Serie di Uccisioni, questa volta legate alla scelta dello Strike Package più adatto al proprio stile di gioco. In pratica si può scegliere fra tre impostazioni differenti (Assalto, Supporto e Specialista), che premiano le uccisioni in modo diverso.
Il pacchetto Assalto è molto simile a quello tradizionale, con la tipica serie di uccisioni che si interrompe quando si viene abbattuti e con ricompense sempre e comunque dal carattere offensivo. Il pacchetto Supporto, dal canto suo, premia unicamente con ricompense utili a livello tattico, come gli UAV, le torrette e via dicendo, lasciando intatto il contatore delle uccisioni anche dopo un’eventuale eliminazione. L’ultimo pacchetto, quello dello Specialista, non offre le ricompense tradizionali, ma all’aumentare del contatore delle uccisioni attiva nuovi perk permanenti. Questa nuova gestione delle serie di uccisioni, tuttavia, non cambia minimamente il multiplayer di Call of Duty, mantenendo ancora una volta i ritmi frenetici e l’approccio solitario che da anni caratterizzano la serie Activision.
La morte dell’evoluzione grafica
Quando quattro anni fa uscì il primo Modern Warfare, il titolo Infinity Ward era in grado di lasciare a bocca aperta anche dal punto di vista grafico, con un motore che all’epoca sapeva come impressionare i giocatori. Dopo così tanto tempo, tuttavia, il fatto di ritrovare anche in Modern Warfare 3 lo stesso identico motore grafico lascia un po’ di amaro in bocca.Se da una parte i 60 FPS costanti rappresentano un punto di forza non indifferente per un titolo di questo genere, è altrettanto vero che la veste grafica di Modern Warfare 3 presenta diversi elementi facilmente criticabili. Osservando il gioco, infatti, troviamo texture e modelli poligonali non certo all’altezza delle ultime produzioni uscite su console (compreso Battlefield 3, giusto per fare un esempio attinente) e, soprattutto, notiamo l’ormai pesante assenza di danni ambientali dinamici. Al di là di qualche frammento di muretto, infatti, in Modern Warfare 3 non è possibile distruggere nulla la cui esplosione non sia stata scriptata e pianificata dai programmatori.
Certo, il team di sviluppo ha lavorato sodo per cercare di mascherare, non senza una buona dose di furbizia, i difetti più evidenti, ma l’uso accorto di alcuni filtri o la scelta di inquadrature specifiche per distogliere l’attenzione del giocatore dai problemi più eclatanti non bastano per far passare in secondo piano la totale assenza di evoluzione tecnica in una serie che da anni è in testa a tutte le classifiche di vendita.
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