Procede la causa presentata da Apple verso Amazon nel 2011 per l’uso improprio del termine App Store e violazione del marchio, utilizzato per il market applicazioni su Android OS, un nome che Apple rivendica come proprio, per il quale ha richiesto e ottenuto il copyright in Europa non non ancora negli States dove si trova attualmente fermo in attesa di approvazione.
Dopo le parole dei scorsi giorni da parte del giudice distrettuale Hamilton che ha sostenuto come non vi sia alcuna prova che lo Store Amazon abbia le qualità che il pubblico si aspetta da Apple App Store, con conseguente respinta per l’accusa di falsa pubblicità, rimane la restante accusa per violazione del marchio. Il Magistrato Elizabeth Laporte, che presiede le udienze della causa legale tra Apple e Amazon ha ordinato a entrambe le parti di incontrarsi nel tentativo di risolvere la divergenze prima che il processo abbia inizio.
Apple e Amazon si incontreranno il 21 marzo ma una facile risoluzione appare piuttosto utopica. Amazon sostiene da tempo che il termine App Store sia troppo generico per diventare esclusiva unica per l’utilizzo da parte del colosso di Cupertino, il quale risponde come il gioco di parole che richiama allo store Apple è un chiaro tentativo studiato al fine di attirare developers che sviluppino apps per il tablet proprietario di Amazon, Kindle Fire. Qualora non venga trovato un accordo, il processo dovrebbe cominciare con una prima udienza ad agosto 2013.
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