Internet si può distruggere? Forse!

Chi di voi ha mai pensato a come staccare la spina ad Internet? La cosa
si può fare? Queste domande sicuramente se le saranno fatte in molti,
soprattutto anche dopo la minaccia fatta da parte di anonymous
che riguardava proprio questo argomento. Internet è da sempre popolato
di individui con intenzioni non proprio benevole e futuri attacchi
contro qualsiasi tipo destinazione continueranno ad accadere. Una cosa
importante comunque non può non esser presa in considerazione: è
impossibile distruggere un segnale mentre si utilizza lo stesso segnale.
Tutto ciò che accade su Internet, dal settore bancario o semplicemente
alla visione di YouTube, viene trasmesso come impulsi elettrici
attraverso i cavi fisici e viene elaborato dai server che risiedono in
una struttura da qualche parte sul pianeta.
Un altro elemento importante è che
Internet non ha “un pulsante per lo spegnimento” o un singolo cavo che
se può essere “tagliato” per crearne il completo blackout. Internet di
fatto è invincibile, è quasi autosufficiente nella sua capacità di
riparare e reindirizzare il traffico da destinazione a destinazione in
base alla congestione del traffico o danni a server.
Nonostante questo però è ovvio che non
esiste un oggetto indistruttibile o un sistema completamente sicuro.
Anche Internet quindi potrebbe essere messo in crisi a partire proprio
dai fili. Si esattamente dai fili. Internet esiste in quanto è causa di
centinaia di migliaia di chilometri di cavo che sono stati srotolati in
tutto il mondo negli ultimi 30 anni, tra i mari e i continenti. Questi
cavi sono disposti in modo che la perdita di dati di un cavo specifico
non influisca sulla rete e il traffico venga semplicemente instradato
attraverso un altro cavo. Ma se ogni cavo venisse tagliato? Internet
sarebbe immediatamente “fratturato”.
Ci sono di fatti alcuni punti sensibili
che se toccati causerebbero danni a dir poco irreversibili. Pensiamo per
esempio alle connessioni tra America Orientale ed Europa, alle borse di
New York e Londra, la cui compromissione porterebbe ad un crollo della
borsa finanziaria mondiale mai visto. Alcuni altri collegamenti
importanti che potrebbero paralizzare Internet, o comunque causare
pesanti danni si trovano nelle seguenti posizioni: Singapore, Egitto,
Cornovaglia, Tokyo, Hong Kong, South Florida, Marsiglia, Sicilia, Mumbai
e Chennai.
Il passo successivo sarebbe quello di
distruggere i root server DNS che sono responsabili di trasformare una
richiesta come “www.google.com” nell’indirizzo IP 74.125.228.37. Senza
questi server gli indirizzi non sarebbero più traducibili dai computer
connessi a Internet.
Successivamente si potrebbe metter mano
ai data center che contengono il materiale che compone il web: i siti in
cui navighiamo, le immagini che vediamo, le email che leggiamo ecc.
Sono grandi monoliti senza finestre progettati non per gli
amministratori di sistema ma per i server stessi. Bui, freddi e spesso
ermeticamente sigillati, questi edifici esistono per mantenere i server
freschi e operativo al massimo dell’efficienza. Quel che è peggio è che
spesso le aziende tendono ad esternalizzare questi centri dati per i
loro siti web. Ci sono centinaia di centri dati in tutto il mondo, ma
facendone “cadere” qualche decina basterebbe a rendere Internet
praticamente inutilizzabile, assieme alla sparizione completa di alcuni
siti web, canzoni, video, immagini e quant’altro memorizzato su un
server ” in the cloud “.
A questo punto, il web sarebbe a
brandelli e la maggior parte di Internet sarebbe morto. Ma quanto ci
vorrebbe per distruggerlo? Per far tutto ciò ci vorrebbe un team di
decine di migliaia di persone che vanno a colpire ogni luogo tutte
insieme con una quantità folle di precisione, coordinamento e
comunicazione. Ecco svelato l’indistruttibilità di Internet salvo grazie
a qualche guerra termonucleare; ma anche in questo caso Internet
sarebbe sempre li a portata di mano e riuscirebbe a sopravvivere.
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