venerdì 25 maggio 2012

Internet si può distruggere? Forse!



 

Chi di voi ha mai pensato a come staccare la spina ad Internet? La cosa si può fare? Queste domande sicuramente se le saranno fatte in molti, soprattutto anche dopo la minaccia fatta da parte di anonymous che riguardava proprio questo argomento. Internet è da sempre popolato di individui con intenzioni non proprio benevole e futuri attacchi contro qualsiasi tipo destinazione continueranno ad accadere. Una cosa importante comunque non può non esser presa in considerazione: è impossibile distruggere un segnale mentre si utilizza lo stesso segnale. Tutto ciò che accade su Internet, dal settore bancario o semplicemente alla visione di YouTube, viene trasmesso come impulsi elettrici attraverso i cavi fisici e viene elaborato dai server che risiedono in una struttura da qualche parte sul pianeta.
Un altro elemento importante è che Internet non ha “un pulsante per lo spegnimento” o un singolo cavo che se può essere “tagliato” per crearne il completo blackout. Internet di fatto è invincibile, è quasi autosufficiente nella sua capacità di riparare e reindirizzare il traffico da destinazione a destinazione in base alla congestione del traffico o danni a server.
Nonostante questo però è ovvio che non esiste un oggetto indistruttibile o un sistema completamente sicuro. Anche Internet quindi potrebbe essere messo in crisi a partire proprio dai fili. Si esattamente dai fili. Internet esiste in quanto è causa di centinaia di migliaia di chilometri di cavo che sono stati srotolati in tutto il mondo negli ultimi 30 anni, tra i mari e i continenti. Questi cavi sono disposti in modo che la perdita di dati di un cavo specifico non influisca sulla rete e il traffico venga semplicemente instradato attraverso un altro cavo. Ma se ogni cavo venisse tagliato? Internet sarebbe immediatamente “fratturato”.
Ci sono di fatti alcuni punti sensibili che se toccati causerebbero danni a dir poco irreversibili. Pensiamo per esempio alle connessioni tra America Orientale ed Europa, alle borse di New York e Londra, la cui compromissione porterebbe ad un crollo della borsa finanziaria mondiale mai visto. Alcuni altri collegamenti importanti che potrebbero paralizzare Internet, o comunque causare pesanti danni si trovano nelle seguenti posizioni: Singapore, Egitto, Cornovaglia, Tokyo, Hong Kong, South Florida, Marsiglia, Sicilia, Mumbai e Chennai.
Il passo successivo sarebbe quello di distruggere i root server DNS che sono responsabili di  trasformare una richiesta come “www.google.com” nell’indirizzo IP 74.125.228.37. Senza questi server gli indirizzi non sarebbero più traducibili dai computer connessi a Internet.
Successivamente si potrebbe metter mano ai data center che contengono il materiale che compone il web: i siti in cui navighiamo, le immagini che vediamo, le email che leggiamo ecc. Sono grandi monoliti senza finestre progettati non per gli amministratori di sistema ma per i server stessi. Bui, freddi e spesso ermeticamente sigillati, questi edifici esistono per mantenere i server freschi e operativo al massimo dell’efficienza. Quel che è peggio è che spesso le aziende tendono ad esternalizzare questi centri dati per i loro siti web. Ci sono centinaia di centri dati in tutto il mondo, ma facendone “cadere” qualche decina basterebbe a rendere Internet praticamente inutilizzabile, assieme alla sparizione completa di alcuni siti web, canzoni, video, immagini e quant’altro memorizzato su un server ” in the cloud “.
A questo punto, il web sarebbe a brandelli e la maggior parte di Internet sarebbe morto. Ma quanto ci vorrebbe per distruggerlo? Per far tutto ciò ci vorrebbe un team di decine di migliaia di persone che vanno a colpire ogni luogo tutte insieme con una quantità folle di precisione, coordinamento e comunicazione. Ecco svelato l’indistruttibilità di Internet salvo grazie a qualche guerra termonucleare; ma anche in questo caso Internet sarebbe sempre li a portata di mano e riuscirebbe a sopravvivere.

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